Maturandi 2018 VS 2009... cioè io.
- silviaconsiglio
- 20 giu 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 17 nov 2020
Se c'è stato un giorno dell'esame di Stato che non ho temuto è stato proprio il primo, dedicato all'italiano. Ho sempre amato scrivere dando ibero sfogo ai pensieri! Dalle elementari alle superiori ho sempre avuto insegnanti donne che non mi hanno fatto mai pesare questa materia, grazie alla passione nel trasmetterci tutto il loro sapere. Il secondo giorno d'esame ero in pace con me stessa. Le alternative erano due: o copio o consegno in bianco. Ovviamente parlo della matematica. Alle scuole medie la mia prof (con la quale ho tutt'oggi un bel rapporto) giocando con gli anelli alle sue mani, ci diceva sempre: "La matematica è una catena: se perdi un anello e non lo recuperi, si rompe in mille pezzi." Ecco io credo di averla rotta alle scuole elementari. Il mio maestro pronunciò delle parole chiare al mio papà: "La matematica non sarà mai il mestiere di Silvia" quanto aveva ragione. Guardavo l'abaco o i regoli pensando ad abbinare i colori più belli, risolvevo i problemi dicendo: <<Non ho capito.>> Alle medie quegli anelli li avevo recuperati per merito di quella professoressa. In primo superiore simpatizzavo persino questa materia! La scuola però, non la scelsi io. Non mi sentivo nel posto giusto. Se pur ho legato con tante ragazze alle quali voglio bene sempre. Come mai?
Se vi dicessi che alcune professoresse non ci riconoscevano? No, non scherzo, dico davvero! Ho anche visto entrare in classe una prof con una scarpa di un colore e una di un altro. Può bastare? Potrei continuare... Le finestre erano tutte con inferriate di sicurezza. Se non vi è del tutto chiaro sarò esplicita: era un vecchio monastero. E la professoressa di religione? Ahaha... Chiamò il prete per farci confessare. Avevo solo 14 anni, non avevo commesso nessun reato. Per la folle professoressa, un bacio era un peccato mortale. Riteneva corretto liberarci. Amen. La prof di matematica notò il mio disagio. Durante i colloqui, sempre rivolgendosi a mio padre, pronunciò la frase: "Che ci fa qui Silvia! Lo scientifico è la sua soluzione." Studiai l'estate per prepararmi al passaggio di scuola. No, non ho perso nessun anno scolastico, ma non avendo studiato prima di all'ora latino dovevo eseguire un compito prima di settembre. La prof di matematica del secondo liceo non vedeva di buon occhio chi si fosse trasferito da un'altra scuola. Ci faceva sentire in difetto. Abbiamo cambiato prof di matematica ogni anno. La mia migliore amica era disperata nel cercare di farmi ripetizioni. Ogni compito in classe era un mal di pancia. Ogni interrogazione si trasformava in una barzelletta. Tutto torna, la matematica non è il mio mestiere. Avevo perso gli anelli e non li ho più recuperati. Tutto questo per spiegare il perché fossi rassegnata il giorno d'esame. Sembrerebbe che io ne vada fiera, non è affatto così. Non voglio che passi il messaggio che sia tutta colpa dei professori (anche se su 20 alunni 15 andavano a ripetizione. Dettagli) ma se un insegnante trasmette la propria passione, la differenza è notevole. So per certo che se avessi potere di tornare indietro nel tempo, sceglierei un indirizzo diverso: il liceo artistico. Sono stata ostacolata nelle mie scelte. Un istituto tecnico o professionale erano giudicate scuole per chi non volesse studiare. Quanti pregiudizi. Per la tesina d'esame scelsi come tema: La fotografia. Tutti i collegamenti riportavano alla mia di passione, fotografare. Ricordo il giorno dell'orale. 10 Luglio. Guardandomi attorno pensavo tra me e me, per molti è un giorno come un altro! Per me no, è la fine del liceo.
Di anni in cui ho studiato, ma poche cose mi sono rimaste davvero nella memoria.
Non sono stati anni semplici, l'adolescenza non è mai un periodo semplice. Ho fatto i conti per la prima volta con un lutto, una mia amica del primo anno non avrebbe potuto mai presentarsi all'esame di stato. Le prime delusioni d'amore e io vivo di amore, come si risolvevano i problemi di cuore?
Diagnosi in famiglia, pensieri e tensioni. Ma siamo sempre qui a credere nel bene. Gli anni del liceo li ho trascorsi tra alti e bassi e un sorriso sempre sul volto, invidiato anche da molti.
Incosciente a volte di tutto! Per selezione naturale si sono allontanate persone diventate superflue nelle mie giornate. Crescendo ho compreso che chi resta è chi ci rispecchia. L'invidia non è nel mio DNA. L'amicizia è una forma di amore. Non è convenienza. Non tollero determinati atteggiamenti. Dal 2009 oggi siamo nel 2018.
Maturandi 2018, parlo con voi: Sveglia. Non scegliete un indirizzo di università per compiacere la famiglia. Per seguire un amico. Per proseguire in scelte che non sentite vostre. Piuttosto prendetevi un anno sabbatico. Che non significa non fare nulla dalla mattina alla sera, datevi del tempo e chiedetevi cosa amate fare. Se non lo avete scoperto ancora. Concedetevi la noia per scoprire liberamente cosa vi rende felici. Come amate occupare il tempo.
"La moda è bella ma rende tutti uguali" cit.
Io credo di aver iniziato ad essere me stessa nel momento in cui non ho permesso più che gli altri decidessero al mio posto.
Testarda. Sensibile. Esaurita (spesso) ma me stessa.
Sorprendetevi. Ogni giorno reinventatevi. Cosa cerchi nel tuo viaggio? Chi ti farà compagnia in questo viaggio? Sei felice? Ogni giorno domandiamoci questo. Auguri ragazzi!
Questo è solo l'inizio di infinite soddisfazioni.
"Insegui ció che ami, o finirai per amare ció che trovi." "Ho imparato una cosa: che si impara sempre qualche cosa".

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